Laggiù, all’orizzonte, dove la notte alza il sipario sul crescendo finale dei rossi bagliori di un sontuoso tramonto, la prima stella si accende come un’antica lampara ingoiata dal tempo mentre l’onda confonde il suo racconto con le strida dei gabbiani e lo scricchiolio dell’ultima paranza che apre il suo ventre sgretolato dal sole e dall’oblio…
Estrema vestigia di sconfinate distese biancheggianti, difeso come un bunker dagli assalti del mare, l’ultimo lembo di spiaggia, non accoglie più volti scavati dal maestrale e riti di pesca, corone di sughero e luccicanti “lannielle”, filari di reti distese al sole per essere riparate da esperte mani coperte di salsedine.
Restano solo immagini e memorie che lo sciabordio delle onde leviga e assottiglia, rendendole sabbia di ricordi: c’era una volta… il mare.
Tra gli amanteani e il mare c’è una stretta simbiosi, un legame innato, un amore infinito.
Il mare dai cangianti colori, il mare che con “onde rapide e leggere, bacia la riva arroventata al sole” o che con i suoi tremendi marosi l’aggredisce, quasi per riprendersi quello che l’uomo gli ha tolto.
Il mare fonte di lavoro per intere generazioni di pescatori e per l’industria del turismo.
Un mare generoso, un mare violato, un mare da troppo tempo maltrattato.
Un mare ammalato, sacrificato alla speculazione edilizia, inondato da liquami non depurati; un mare che cela il mistero di navi scomparse cariche di rifiuti tossici
Un mare in cui le spiagge “libere” quasi non esistono più.
Un mare tradito, anche se lo slogan dei depliant recita “Amantea un mare…d’amare”
Pino Del Pizzo (8 dicembre 2007)
Mare d’a..mare
Del mare sporco e malato, lo sapevamo e lo sappiamo, ed è sporco e malato per tante ragioni.
E’un problema di tutto il Mediterraneo, non solo di Amantea e dintorni, ed è un problema che deve essere risolto con il coinvolgimento di tutte le Civiltà che s’affacciano sul nostro mare, dai Paesi Nord africani alla Grecia, dal Libano alla Spagna, oltre l’Italia.(…)
Amantea , da sola non può certo risolvere il problema globale del Mediterraneo e del Tirreno in particolare, può, però, essere un chiaro esempio per gli amministratori pubblici che, dimostrando una scarsa sensibilità verso questa importante questione.
Come ha detto Vincenzo Alfano (presidente consorzio Isca hotels), “se chiudiamo gli occhi e cerchiamo d’immaginare un’Amantea senza mare, ci pare una cosa impossibile” ed è altrettanto vero quello che ha affermato Claudia Muoio, “Amantea, non è bella solo perché è sul mare”.
Allora, e proprio per queste ragioni, si cominci con il mettere in pratica i suggerimenti di Francesco Gaudio, lo zoonomo che ha curato un’approfondita indagine sulle acque amanteane, per tutelare questo mare ma, soprattutto, cerchiamo di inculcare in tutti i cittadini, nessuno escluso, l’intimo e civile convincimento che sporcare le strade, le spiagge, i fiumi con rifiuti, così come il costruire abusivamente edifici, modificare l’assetto di porte, finestre e tetti, con materiali inadatti, crea inevitabilmente un ambiente sgradevole e inquinato.
Ricordiamoci tutti, e di questo cerchiamo di esserne tutti orgogliosi, che i primi turisti di questa terra così generosa, ricca di Storia, Natura, Sapori e Ospitalità, sono i residenti di questo luogo.
Ai nostri giovani, quelli che domani saranno adulti, dobbiamo, assolutamente dobbiamo, consegnare un mondo migliore.
Sergio Zanardi