IL PRIMO AMANTEANO NEL nuovo MONDO
A bordo della Pinta, la prima caravella ad avvistare il nuovo continente, tra i 26 uomini che componevano l’equipaggio e che quindi gridarono per primi “Terra!!!…Terra!!!”, c’era anche lui Antonio Calabrese (detto Anton Calabrès), il primo calabrese in assoluto a varcare l’oceano, a giungere in America e ad abitarvi.
(dalla pubblicazione di Giuseppe Pisano su “Calabria Sconosciuta” N° 139-140)
Fu il primo calabrese a varcare l’Oceano e a mettere piede sul quel Nuovo Mondo in cui, nei secoli successivi tanti suoi conterranei lo avrebbero seguito. Si chiamava Anton Calabrés (Calabrès era il nomignolo che indicava la regione di provenienza), marinaio, l’uomo che assieme ad altri seguì Cristoforo Colombo nel primo viaggio alla scoperta del Nuovo Mondo a bordo della Pinta. Di lui si sa poco o niente e fino ad ora il suo nome è passato inosservato, nascosto fra le pieghe della storia, dimenticato fra le pagine dei documenti dell’epoca, confuso fra quelli dei tanti che parteciparono a quell’impresa, più di 500 anni fa. Solo nel 1982 il nome di Anton Calabrés venne strappato per un attimo alle nebbie della dimenticanza quando Antonio Quinto Pisano, all’epoca consigliere comunale di Soverato, propose ed ottenne di dedicare una strada al misterioso navigatore, del quale aveva trovato menzione in antichi testi marinari. Poi più nulla! Ma chi era e da dove veniva Anton Calabrés? Su quest’ultimo punto le nostre ricerche ci portano a formulare l’ipotesi che sia di Amantea, antico centro demaniale marinaro il cui porto, nel XV secolo, era il più attivo della costa tirrenica della Calabria centro-settentrionale e l’unico capace di ospitare imbarcazioni molto pesanti. Inoltre, si è potuto riscontrare che in Amantea – dove peraltro la presenza genovese a quel tempo era molto intensa – esiste una tradizione orale, in particolare tra gli abitanti più anziani del centro storico, che parla di un’antica commemorazione che si svolse in onore del marinaio amanteano il quale seguì Colombo nel primo viaggio di scoperta del nuovo continente e di lì a poco venne costruita, nella zona vecchia, una chiesetta denominata della Pinta. E proprio nella zona più antica di Amantea esiste un vico la Pinta e una fontanella del ‘500 detta della Pinta.
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Anton Calabrés, dunque, entrò a far parte dell’equipaggio di Cristoforo Colombo nel luglio del 1492, assieme ad altri due italiani: il genovese Jacome el Rico ed il veneziano Juan Veçano. Per il resto l’equipaggio (90 persone complessivamente) era formato per la quasi totalità da spagnoli (84), ad eccezione del portoghese Juan Arias e del negro delle Canarie Juan Portugues.
Tra di loro anche il nostro Anton Calabrés che probabilmente giunse al porto nella tenuta tipica dei marinai, con il berretto rosso conico e la cappa grigia. Per un anno, tanto è prevista la durata della navigazione, riceverà come gli altri dodicimila maravedis ed ha diritto ogni giorno a circa 350 grammi di biscotto, ad un azcumbre divino ed a 250 grammi di carne secca o di pesce.
Ma chi erano questi uomini che per denaro o per avventura scelsero di affrontare uno dei misteri più terribili ed inquietanti del tempo? E’ ormai sfatata la leggenda secondo la quale si trattava per la maggior parte di avanzi di galera. La studiosa statunitense Alicia Bache Gould ha infatti provato che furono pochissimi i delinquenti imbarcati, e precisamente i quattro spagnoli prima citati, una percentuale decisamente trascurabile sul complesso dei tre equipaggi. Gli altri esercitavano i mestieri più disparati: un chirurgo, un sarto, un argentiere, un interprete, un paio di cortigiani e regi notai ed infine gli alguaciles, incaricati delle provviste d’acque e con funzioni di sorveglianza e polizia a bordo. Anton Calabrès, invece, era proprio un marinaio, “marinero” come viene riportato anche nella Nuova Raccolta Colombiana, probabilmente un navigatore esperto che aveva già preso parte ad altri viaggi ed esplorazioni e che venne imbarcato fra i 26 uomini della Pinta (la “Dipinta”), la nave più veloce, quella che all’alba del 12 ottobre arriverà per prima in vista delle verdi coste di San Salvador.
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E’ il giorno di Natale del 1492 quando Colombo decide di costruire a quel punto un forte che diventerà il primo insediamento europeo in America e si chiamerà la Navidad (Natività). Nei sotterranei vengono sistemati viveri per un anno, le solite merci di scambio e sementi per dare l’avvio ad una modesta attività agricola. Ai coloni viene lasciata anche la lancia della Santa Maria con la quale potranno esplorare la costa. Restarono alla Navidad 39 uomini agli ordini di Diego de Arana e fra di loro c’era anche Anton Calabrés che divenne così il primo italiano e il primo calabrese a stabilirsi sul nuovo continente.
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Quando Colombo tornò alla Navidad 11 mesi dopo, il 28 Novembre, però, ai suoi occhi si presentò uno spettacolo agghiacciante: le case e la fortezza erano state bruciate e sulla spiaggia giacevano il cadavere di Anton Calabrés e dei suoi compagni….
Di seguito il video sulla conferenza “La Calabria e la scoperta dell’America” tenuta dallo studioso Giuseppe Pisano mentre ulteriori approfondiamenti sull’argomento sono disponibili ai seguenti link: http://www.calabriaplus.it/home.asp?go=show&ID=806&IDD=0 – http://aiellesinelmondo.blogspot.it/2014/01/anton-calabres-il-marinaio-calabrese-di.html
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Lo studioso Giuseppe Pisano rivela le tante connessioni tra la regione, le vicende di Cristoforo Colombo e la scoperta del continente americano.
E racconta di due calabresi nell’equipaggio…
Libera riduzione di un articolo
di Gabriele Ruggiu
Una notizia che fa onore alla Calabria e ai calabresi, ma che la maggior parte dei nostri stessi corregionali non conoscono: al fianco di Cristoforo Colombo, alla scoperta del Nuovo Mondo, c’erano anche due calabresi.
Lo afferma il professore Giuseppe Pisano, laureato in lettere ad indirizzo storico-geografico e specializzato in archivistica e biblioteconomia presso l’università “La Sapienza” di Roma, il quale un anno fa ha partecipato in Canada ad una conferenza dal titolo: “La Calabria e la scoperta dell’America”, organizzata dalla federazione dei Calabro Canadesi presso il Centro “Leonardo da Vinci” di Montreal.
Lo studioso afferma:
(…)
“Certamente, uno si chiamava Anton Calabrès (Calabrès era probabilmente il nomignolo che indicava la regione di provenienza) e l’altro Angelo Manetti .
Di Calabrès possiamo dire che era imbarcato assieme a soli 25 uomini sulla “Pinta”, la caravella che avvisterà per prima la terra.
E’ un personaggio affascinante che meriterebbe un’accurata indagine archivistica che potrebbe rivelarci notizie precise sui suoi precedenti viaggi di mare, sulle origini, sulla famiglia, su eventuali discendenti e altre sorprese ancora.
Secondo gli ultimi studi effettuati sui componenti degli equipaggi del primo viaggio di Colombo sono stati individuati appena 4 uomini con precedenti penali sui 90 complessivi (84 erano spagnoli) e tra questi non compare il nome di Calabrès.
Manetti era di sicuro di Aiello Calabro in quanto lo attesta inequivocabilmente il testo dell’Orlandi.
Anton Calabrès suppongo fosse di Amantea o di uno dei paesi che gravitavano attorno a questo antico centro demaniale marinaro.
Amantea a quel tempo era dotata di un porto capace di ospitare imbarcazioni di grande peso ed era un importante centro di commerci soprattutto della seta che sul mercato di Genova veniva preferita persino a quella proveniente dalla Spagna.
La presenza genovese in questo territorio, e in tutta la Calabria Citeriore, all’epoca era davvero intensa. Commercianti e banchieri liguri spesso aiutati dal clero genovese, anch ‘esso fortemente presente in questa zona, finivano per monopolizzare tutte le risorse del territorio e già tra la fine del `400 e soprattutto nel `S00 molte famiglie genovesi (Adorno, Ravaschieri, Cybo, Pivelli…) finirono per infeudarsi buona parte della Calabria centro-settentrionale.Inoltre, ho potuto riscontrare che in Amantea esiste una tradizione orale, in particolare tra gli abitanti anziani della zona intorno all’ex collegio dei gesuiti, che ci fa sapere che negli anni successivi alla scoperta dell’America si svolse una grande cerimonia in onore del marinaio amanteano che partecipò con Cristoforo Colombo al primo viaggio di scoperta del nuovo continente e di lì a poco venne costruita una chiesetta denominata “della Pinta”. Nella zona più antica di Amantea esiste ancora un vico “la Pinta” e una fontana detta “della Pinta”. (…)
La memoria dell’Aiellese Angelo Manetti è caduta nel dimenticatoio, mentre al navigatore Amanteano, sin dal 1982 è intitolata una piccola via di Soverato. Ci auguriamo che i cultori e gli studiosi di storia della nostra Città, possano verificare e approfondire la conoscenza della vicenda di Anton Calabres affinché la sua città possa, riconoscendone i meriti, intitolare al personaggio il lungomare.
servizio di Pino Del Pizzo
su segnalazione del signor Rocco Alfano
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