”Sono un emigrante….che soffre, piange e muore di nostalgia stando lontano … tanto lontano dalla mia terra natia: la mia cara ed indimenticabile Mantiella”
FRANCO DANESE
Nato ad Amantea nel 1935, conseguita la licenza media, emigrò in Argentina nel 1959 dove proseguì gli studi conseguendo la laurea in Economia e commercio e il Dottorato in Scienze Economiche e Politiche. Licenziato in Comunicazioni Sociali e Giornalismo Politico e Sportivo, è Segretario Generale dei Giornalisti Latino-Americani Indipendenti del Sud America.
Da moltissimi anni produce e conduce programmi radio-televisivi per gli Italiani residenti in Argentina e collabora con passione con i Centri Culturali Italo Argentini e con i Centri di Assistenza Sociale nella Circoscrizione Zona Sud di Buenos Aires.
Il suo è un impegno sociale che non ha mai avuto una sosta, anche quando era impiegato prima con la “Galileo Argentina S.A., poi con la SICA SAIC con la quale ha avuto la possibilità di viaggiare nel mondo ( Sud America, Stati Uniti, Europa, Cina): un’indimenticabile esperienza di conoscenza e di vita.
Fondatore e presidente della Associazione Amanteana dell’Argentina (FAMAR); Fondatore e presidente del Centro Culturale Calabrese (CCC) d’Argentina; Co-fondatore Federazione Associazione Calabresi d’Argentina (FACA).
Ha scritto numerosi libri, tra i quali “El vuelo de un pájaro sin alas” (Il volo d’un uccello senza ali) che emblemizza i primi difficili anni della sua vita di emigrante.
Ogni domenica, Dalle 14 alle 17 (ora italiana), Potrete ascoltare Franco sul sito web www.radioindipendencia.com.ar |
“Che tristezza quando la nave fece sentire i tre fischi della partenza!…
Sembrava che il mio cuore non volesse staccarsi dalla banchina: poi la nave cominciò a muoversi lentamente per uscire dal porto. Solo allora mi accorsi delle lacrime che scorrevano sul mio volto, come una fiumara. Erano lacrime di rabbia e di dolore: addio Patria mia”. (da uno scritto di Franco Danese)
Per un ingrato destino, pur nolente, come tante migliaia di Italiani, Franco e la sua famiglia erano stati obbligati ad emigrare in Argentina con la speranza di costruire un avvenire negato nella sua terra: era il 3 settembre del 1959.
Da allora, la ferita del distacco non si è mai rimarginata e, nonostante si sia realizzato nel lavoro, nella famiglia e nell’intensa attività sociale, gran parte della sua giornata la trascorre sognando ad occhi chiusi la “ Mantiella” in cui ha lasciato il cuore.
Il suo sogno è di poter tornare ancora una volta nel quartiere “Saiuoli” dove era nato (in Via Dogana, nei pressi della scuola Elementare Manzoni), addentrarsi nei vicoli del Centro Storico, camminare a piedi nudi sulla sabbia della spiaggia e riempire i polmoni della salsedine del nostro mare, riassaporare gusti e profumi della nostra genuina cucina, riabbracciare i pochi amici ancora in vita per condividere i ricordi di infanzia.
Un sogno che, al momento, sembra irrealizzabile soprattutto per il cambio svantaggioso del peso argentino…
Ma le vie del Signore sono infinite e il nostro amico è un buon cattolico e ha tanta Fede in Dio.
Pino Del Pizzo (tratto dal terzo volume della raccolta antologica “Gocce di memoria”
Un saludo desde Olivos, pcia Bs As. Muy interesante historia! El desarraigo siempre nos impacta, pero se puede recrear la vida, valorizando nuestra historia
amico Danese. le tue parole mi hanno colpito tanto anche perche’ anchio sono un emigrante e la nostalgia si fa’ sentire. Anchio ho lasciato amantea all’eta’ di 19 anni sperando di trovare un avvenire migliore perche’in calabria non c’era una via di uscita per noi giovani. IO emigrai con la mia famiglia nella amrerica del nrd in cerca di fortuna data che la terra natia non ci ha voluto piu’ ed e’ stata anche ingrata a non accogliere i suoi cittadini , comunque in america ho trovato un onesto lavoro ,sono andato alla scuola serale ad imparami l’inglese, ho fatto un corso di parrucchiere ed ho cresciuto una bella famiglia con l’aiuto del signore Comunque Amantea mi manca e quando e’ possibile un viaggio me lo faccio . Auro a te e alla famiglia un mondo di bene e se vuoi mi puoi rispondere abbracci rocco veltri