Gustinu
Ero bambino abitavo, dove ancora abito, in prossimità della Chiesa del Carmine ed assieme ad altri coetanei ogni volta che “Gustino” imbracciava la “Gran Cassa” correvamo a sentire quel ritmo cadenzato e potente di colpi che egli imprimeva sul gran Tamburo.
Egli aveva il compito, con i suoi colpi secchi, di chiamare i musicanti a raccolta perchè c’era bisogno di una immediata riunione della banda per un evento successo: poteva essere una festa, una processione di un Santo, un funerale o un semplice concerto in sala, per esercitazione.
Dopo sette otto minuti incominciavano ad arrivare i musicanti provenienti da ogni zona di Amantea.
In questa foto, a dire il vero, non molto nitida, si vede Gustino sul piazzale “Muntariello”, davanti la Chiesa del Carmine, eseguire il suo rituale richiamo dei musicanti con colpi di tamburo precisi e secchi da farli udire a quelli della “Taverna”.
Le mazzate sul tamburo diventavano più veloci e potenti a seconda della necessità e dell’urgenza che si aveva per riunire in fretta il complesso bandistico e delle sollecitazioni che aveva avuto dal Maestro Mario Aloe.
In quei tempi c’era un silenzio quasi assoluto, poiché non esistevano nè macchine, né motocicli tutt’alpiù qualche silenziosa bicicletta, perciò il suono dei colpi di tamburo veniva udito anche da S. Maria.
Per i bambini del quartiere era una festa e dalla foto si vedono alcuni di essi che ascoltavano il ritmo del tamburo con piacevole e gioioso interesse.
Era festa !!!
Ogni tanto Gustino ci faceva scappare facendo finta di colpirci con la mazza del tamburo.
Era un personaggio obbediente assai utile per la banda, molto umile che aveva il compito di portare il gravoso strumento per tutta la città al musicante che doveva usarlo per la banda.
Credo che i molti veterani che lo ricordano avranno gradito questa piccola cronistoria d’altri tempi, ormai lontanissimi.
di Ninuccio De Luca